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 Non è facile raccontare l’India.
 Un paese ricco di contrasti, terra antica che incanta e confonde allo stesso tempo.
Le persone che ho incontrato mi hanno accolto con un sorriso e con le mani unite all’altezza del cuore.
 Ne ho viste molte che non conosceranno mai un letto perché la miseria è ovunque e in ogni luogo.
Un paese dove la spiritualità diventa ragione di vita: adorano i topi, mangiano e bevono nelle loro
stesse ciotole; le vacche lasciate libere nel caos totale delle città a pascolare tra i rifiuti. 
Un paese ricco di colori e di sorrisi che contrasta con il rumore dei clacson, con il sudicio irreversibile e
i cani randagi.
 I luoghi sacri però sono sacri, lì tutto è pulito e impeccabile, ad eccezione dei crematori. Posti infernali
e surreali, dove l’anima è il tutto il corpo è niente, i resti dei cremati vengono mangiati dai cani sulla
terra e dai pesci nel Ganga.
 Varanasi, l’unico posto dove è permesso ai seguaci dell’induismo sottrarsi al ciclo delle reincarnazioni
andando direttamente al paradiso di Shiva. 
Varanasi, un luogo cruento fuori della nostra logica occidentale, il tabù della morte diventa
l’ineluttabile ciclo della vita.
India: te viaggiatore non hai scelta, se non quella di accettare la tua impotenza di fronte al male del
mondo.